Scrivere: parole dall’intimo

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Scrivere è un’azione che lascia sgorgare le parole racchiuse nel tuo intimo. 

La scrittura è un’attività che si connette profondamente con la tua interiorità.

La connessione con l’Akasha e la meditazione non possono che rinvigorire la tua scrittura, farla risuonare di parole più potenti ed evocative.

Ci sono momenti in cui leggere parole che sono state condivise da un autore che ha aperto il suo cuore possono cambiare il corso della tua vita.

Scrivere per valorizzare il tuo intimo

Ciò che è scritto in un libro o in un blog richiama sempre l’interiorità. Il libro va aperto, come la pagina di un blog, per poter accedere al suo contenuto.

Ciò che di più profondo ti può comunicare un’opera scritta è sempre al suo interno.

Nello scrivere poni in connessione la tua interiorità con ciò che racchiuderai tra le pagine.

Il diario segreto, così amato in età giovanile, è forse uno degli esempi più emblematici di questo rapporto.

Nel diario poni ciò che più ti appassiona e ti fa vibrare nell’intimo, in un insieme di pagine che custodisci segretamente.

Quando scrivi il tuo diario fai ciò a cui ci invita un celebre poeta romantico inglese.

“Riempi il tuo foglio coi respiri del tuo cuore.”
(William Wordsworth)

Scrivere dall’intimo per ispirare

Per capire meglio il rapporto che esiste tra scrittura e interiorità guardiamo alla storia di Agostino d’Ippona, filosofo e teologo che visse tra il IV e il V secolo dell’era volgare. 

Agostino visse i suoi anni giovanili in una ricerca affannosa e mentale della verità.

D’altronde come i giovani più intelligenti dell’epoca studiò con passione la retorica. Il suo ingegno brillante lo portava ad affermare in modo convincente ciò che riteneva appassionatamente incrollabile.

Poi, però, si verificò una svolta nella sua vita, repentina e sconvolgente: una conversione.

Da allora la sua prospettiva sulla verità cambiò radicalmente arrivando a fargli dire: “Dove si assapora la verità? È nell’intimo del cuore.”

Ma in questo cambio di consapevolezza è protagonista un libro, o meglio il gesto di aprire un libro e scrutarne l’interno.

Così viene ricordato l’episodio nelle “Confessioni”, opera nella quale, come in un diario personale, l’autore racconta la sua evoluzione spirituale.

“A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: «Prendi e leggi, prendi e leggi». 

Mutai d’aspetto all’istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte.

Tornai al luogo dove stava […] il libro […].

Lo afferrai, lo aprii e lessi […] il primo versetto su cui mi caddero gli occhi […]. 

Appena terminata […] la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono.”

Come per Sant’Agostino, aprire una pagina scritta diventa, quindi, un gesto che può cambiare il corso della tua vita.

Scrivere: rivelare ciò che si cela nell’intimo

Quanto sia profondo il legame tra la scrittura e la dimensione dell’intimo si capisce anche se si considera la seguente citazione.

“Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che poi venga scoperto.”
(Italo Calvino)

Apparentemente nascondere qualcosa significa celarlo agli occhi, fare in modo che non sia più visibile.

In realtà nascondere significa anche accrescere il desiderio di trovare (come accade in uno dei giochi preferiti dai bambini, il ‘nascondino’).

Quando si trova qualcosa o qualcuno che precedentemente erano nascosti si provano un’emozione e una gioia che non proviamo nella visione ordinaria della stessa cosa o persona.

Nascondere è creare la condizione, come dice Italo Calvino, per venire scoperto. 

Scoprire significa guardare con occhi nuovi, porre l’attenzione su ciò che altrimenti può passare inosservato.

D’altronde anche una delle etimologie greche più profonde della parola ‘verità’ ricorda proprio questa azione.

La parola ἀλήθεια (aletheia), infatti, oltre a indicare la verità nel suo significato più autentico significa ‘non nascondimento’.

Anche la verità va svelata, va scoperta, così come di un libro si deve togliere, aprendola, la copertina.

Celare all’interno di un libro è, quindi, un invito a scoprire quanto di più vero per la tua vita ci sia.

Conclusione

Possiamo quindi concludere proponendo il pensiero di un grande autore francese vissuto a cavallo tra XIX e XX secolo. 

“Per scrivere quel libro essenziale, l’unico libro vero, un grande scrittore non ha, nel senso comune della parola, da inventarlo, in quanto esiste già in ciascuno di noi, ma da tradurlo. 

Il dovere e il compito d’uno scrittore sono quelli d’un traduttore.”
(Marcel Proust)

Ogni opera scritta giace dentro il cuore del suo autore. 

Quando scrivi getti un fascio di luce sulla tua intimità.

Scrivendo trasmetti, lasci uscire, ciò che giace dentro di te. Entrare in contatto con un’opera scritta, nella scrittura o nella lettura, ti aiuta a connetterti con la tua interiorità.

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