Intelligenza e Akasha

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In che modo possiamo parlare di intelligenza e Akasha? Che relazione ci può essere tra il principio da cui tutto discende e di cui tutto è permeato e l’attività del nostro cervello?

Akasha è una parola che deriva dal sanscrito e significa etere, quintessenza. Secondo la tradizione induista l’Akasha si esprime attraverso il suono.

Questo aspetto ricorda il pensiero di Arthur Schopenhauer. Questo filosofo tedesco del XIX secolo chiamava Volontà l’essenza che sta alla base di ogni cosa esistente. 

Schopenhauer dice, infatti, che la musica è manifestazione della Volontà a sé stessa. La musica, suono armonizzato, è quindi strumento attraverso cui il Tutto si esprime, aprendosi a sé stesso.

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Intelligenza e Akasha: sapienza universale

L’Akasha è sapienza universale, un bacino di informazioni al quale possiamo attingere per portare Luce e guarigione nella nostra esistenza. 

L’Akasha è quindi una forma di sapienza o, se vogliamo rifarci a una parola cara alla tradizione occidentale, un’intelligenza.

‘Intelligere’ nella sua etimologia latina significa guardare dentro, leggere tra le righe. 

Ciò significa che l’Akasha può essere intesa come quel luogo universale dove puoi guardare dentro di te per scoprire realmente chi sei e arrivare a connetterti con la tua intimità più profonda.

Connettersi con l’Akasha significa leggere con lucidità e intelligenza tra le righe del libro della tua vita.

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Intelligenza e Akasha: la creazione del cervello

A conferma di quanto detto è significativo guardare a un’opera d’arte che da più di cinque secoli strabilia l’umanità.

Il riferimento è alla ‘Creazione di Adamo’ di Michelangelo Buonarroti che si staglia sulla volta della Cappella Sistina, nei Musei Vaticani a Roma.

In questa opera d’arte si vede un Dio Padre, con barba bianca, che crea un giovane Adamo, primo uomo. 

Il gesto compiuto da Dio sembra quasi di abbandono, di rilassata sovrabbondanza. È come se l’energia del creatore scaturisse in modo controllato, ma spontaneo, senza sforzo. 

Anche nel gesto di accoglimento di questa energia creatrice da parte di Adamo non c’è tensione. Si avverte piuttosto un fluire che sembra scorrere in modo naturale. 

Con un paragone potremmo definire la sensazione che questo gesto ispira come quella che si ricava dall’immagine di un liquido che sgorga superando il limite del contenitore che cerca di contenerlo.

Osservando attentamente la figura di Dio Padre all’interno di questa rappresentazione pittorica ci si accorge che è circondata da un panneggio rosso scuro. 

Il panneggio riproduce esattamente le fattezze di un cervello umano, considerato tradizionalmente sede dell’intelligenza.

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Intelligenza in Akasha: la spiegazione neoplatonica

Se pensiamo che Michelangelo nella creazione delle proprie opere fu molto influenzato dalla filosofia neoplatonica, questa immagine del cervello come ciò che avvolge e abbraccia la potenza divina creatrice trova una spiegazione molto chiara.

Esponente di spicco della scuola neoplatonica fu Plotino. Questo filosofo latino visse nel III secolo dell’era volgare.

Secondo Plotino tutto è Uno e tutto trae origine dall’Uno. Dall’Uno, per emanazione, discendono tutte le cose create. 

Per Plotino l’Uno corrisponde a quella potenza suprema che tutte le religioni hanno sempre chiamato Dio. 

La prima emanazione e manifestazione dell’Uno è proprio l’Intelletto, l’intelligenza.

Questo affresco quindi ci racconta come a partire dall’Uno, a cui tutti noi apparteniamo, l’intelligenza divina sia la prima forma attraverso cui questo Uno inizia a manifestarsi realizzando ogni cosa esistente.

Dall’intelligenza divina discenderebbe ogni cosa che è stata creata. Tra le infinite cose create rientra anche l’essere umano. 

Secondo questa rappresentazione pittorica l’attività primordiale dell’intelligenza dell’Akasha fluirebbe, a cascata, verso una delle sue manifestazioni più alte: l’uomo con le sue esperienze terrene.

In altri termini, possiamo dire che in quest’opera, attraverso immagini, viene reso esplicito come l’intelligenza universale sia quella fonte da cui ogni cosa discende. 

L’uomo come ognuna delle manifestazioni della creazione originaria porta dentro di sé il ricordo, l’eco di quel suono primordiale che ha permesso alla potenza divina di creare il mondo come appare. 

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Conclusione

La sapienza divina, l’Akasha costituisce l’origine da cui tutto ha inizio e che è compito dell’essere umano tornare a contemplare.

L’Akasha è presente come intelligenza anche in una delle opere più famose della tradizione pittorica occidentale. 

L’Akasha ti ricorda quale sia la tua vera origine. Entrare in connessione con l’intelligenza cosmica da cui tutto proviene è un modo per risalire all’Uno, al Tutto.

Tuo compito è tornare a riconnetterti con quella natura più profonda che esprime la tua origine, la tua provenienza e, quindi, il tuo destino. 

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